Il mio nome, Jania, è brasiliano, come mio padre, ma sono nata a Roma. Sono musicologa, etnomusicologa (o antropologa della musica, come dir si voglia) e scrittrice. La mia formazione è classica e musicale; mi sono laureata in Lettere, in Storia della musica, materia che insegno presso il Conservatorio “L. Refice” di Frosinone.

Come studiosa, dopo un periodo di ricerche e pubblicazioni a carattere musicologico, la più affascinante delle quali si svolse nell’Archivio delle Indie di Siviglia, mi sono dedicata a quelle antropologico-musicali: in questo campo, ho vissuto la straordinaria esperienza di un’indagine sul campo sugli Anastenaria, complesso rituale popolare ortodosso ancor vivo in Macedonia greca, con un progetto di ricerca del Conservatorio di Trento, dove precedentemente insegnavo: ne è nato il volume Le icone che danzano. Transe musica e firewalking negli Anastenaria greci nell’epoca del postmoderno (LIM, Lucca 2008).
Sempre a Trento, ho organizzato il CRAnMus – Centro di Ricerca di Antropologia della Musica – portandomi in spedizione un gruppo costituito da studenti/ricercatori e “docenti sul campo”. In questo secondo progetto, di didattica integrata alla ricerca, premiato dalla Comunità Europea e dal MIUR nell’ EYCI-Anno Europeo della Creatività e dell’Innovazione (2009), fu bellissimo condividere con i ragazzi l’intensità e la ricchezza umana del lavoro antropologico. Da tali “campi” sono scaturiti tre film documentari: Il Kalójeros: un carnevale balcanico (Grecia, CranMus Trento, 2010), Koúkero Den, (Bulgaria, CRAnMus, 2011) e, insieme con Francesca Catarci, dopo un recente ritorno in Macedonia greca, Anastenaria. La danza delle icone, (CRAnMus e CREA Frosinone, 2016). L’attività di antropologa della musica mi ha portato – oltre che in Grecia e in Bulgaria – anche a Istanbul per i dervisci rotanti, a São Paulo e a Rio de Janeiro per i culti afro-americani e, per le sub-culture metropolitane, a Parigi e a New York; per la cultura berbera e berbero-tuareg, invece, sono andata nella Valle del Dra’a e nella zona sahariana di M’hamid (Marocco del Sud).

Amo incontrare i luoghi, i tempi, le lingue ed i suoni, le arti, le culture e le persone; e ne nascono anche altre scritture, variamente creative, dall’intervista al racconto di viaggio, dalla traduzione letteraria alla poesia e, più recentemente, anche alla narrazione.

Ad esempio, ho da poco capito che appartiene alla categoria della “non-fiction” un mio testo che amo molto: L’uomo che cammina. Scritti per Alberto Giacometti (Le Lettere, Firenze, 2001), saggio artistico calato in prose di viaggio (in Val Bregaglia, Svizzera, e a Parigi), edito in occasione del centenario della nascita di questo grandissimo scultore.
Dai miei viaggi parigini di fine anni Novanta, e dagli incontri con Yves Bonnefoy, nacque anche la curatela del volume Lo sguardo per iscritto (Le Lettere, Firenze, 2000), con gli scritti dell’autore sull’arte del Novecento, da me scelti, tradotti dal francese e riuniti in una raccolta unitaria, con l’aggiunta dell’intervista-ritratto Entretien avec Jania Sarno.
Al genere del ritratto d’artista appartengono anche scritture nate da altri emozionanti incontri in viaggio – per il quotidiano “Alto Adige” – con alcuni dei più significativi pittori viventi alla fine del ‘900 (Veronesi, Vespignani, Savinio, Tàpies, Vedova, Kounellis, Guccione, Cucchi), e con alcuni compositori (Donatoni, Morricone, Petrassi), su cui pubblicavo via via pagine monografiche settimanali. Gli incontri con quegli artisti, cui se ne sono aggiunti due nuovi – con gli architetti Botta, in Svizzera, e Niemeyer, in Brasile – più due ulteriori prose di viaggio (una ancora su Giacometti e una su Varlin, tornando in Val Bregaglia), sono stati pubblicati nella raccolta Incontri. Colloqui con artisti del Novecento (Le Lettere, Firenze, 2013).

Nel campo assolutamente creativo, ho pubblicato tre libri di poesia: Malopasso (Venezia, Edizioni del Leone, 1993), Troglòdi e altri (Roma, Fermenti, 1995, II premio ex aequo ‘Libero de Libero’/sezione inediti 1992) e Residenza infìda (Minturno, Caramanica Editore, 1999).
Attualmente sono dedita alla scrittura narrativa: ho seguito il corso di scrittura di Minimum Fax, ricevendo l’insegnamento di Carola Susani, con cui è nato il gruppo di lavoro “Scritture”.
Ho ultimato il mio primo romanzo (Il ragionevole codice del caos), sto lavorando al secondo, Calore, e scrivo forse da sempre anche il terzo, Il sapore del male.

Jania Sarno