“Ho paura torero” ( Marcos y Marcos editore) arriva in Italia nel 2001, grazie alla casa editrice Marcos y Marcos, che fa conoscere ai lettori una delle figure più amate della sinistra cilena.
Pedro Lemebel è stato scrittore, fotografo, si è occupato di cinema e impegnato come attivista in varie cause a favore del l’omosessualità.
Il libro colloca negli ultimi anni della dittatura di Pinochet, prima del referendum del 1988 che farà transitare il Cile verso la democrazia, le storie di un transessuale ormai invecchiato ed uno studente in parallelo con quella del dittatore e della moglie.
La fata dell’angolo, rassegnata ormai a vivere i suoi anni in solitudine con la sola compagnia dei suoi ricami e dei boleri, incontra per caso Carlos, studente universitario che le chiede la disponibilità, per lui ed alcuni amici, di usare la sua soffitta per studiare e tenere delle casse di libri. Lei porta con sé tutto il dolore, la solitudine, le umiliazioni subite ma conserva ancora nel cuore passione, tenerezza, romanticismo, delicatezza. Gli dice di sì, non fa domande. Si abbandona in mezzo alle proteste, alle rappresaglie, alle manifestazioni delle madri di Plaza de Mayo in cui è stretta la città, a questa emozione che sente.
In parallelo, il Pinocho e la moglie. Il dittatore che conscio della fine, scava fino al fondo della sua cattiveria mentre lei lo tratta  da rimbambito e gli chiede virilità.
Fino a quando un giorno, le due storie si sfiorano.
Tutto il racconto prende corpo con una lingua barocca, rutilante, divertente, poetica. Le parole sono dense e carnose. Lo sguardo è talvolta tagliente, grottesco e surreale.
In Cile, gli amici di Pedro Lemebel, hanno definito questo libro “cronache piumate”, saette contro il potere. Un libro che “rammenda orrende cicatrici ; evoca l’orrore ruvido della dittatura lasciata da poco alle spalle ma sempre dietro l’angolo”.
Per me, un libro profondamente poetico in mezzo all’orrore della dittatura.

Buona lettura

Rosalba Costa

Ho paura torero di Pedro Lemebel