COMMENTO MA NON MENTO!
Eravamo bambini abbastanza è una sfida. Carola Susani gioca d’azzardo dalle prime pagine, rivelando inaspettatamente il finale al lettore. Eppure le pagine vivono subito di una forza autogena: impossibile chiuderle senza sapere cosa abbiano da raccontare. Quello dell’autrice è un monito: non è un giallo, non è una storia per adolescenti; qui c’è qualcosa di profondamente di più. Eravamo bambini abbastanza disintegra il discrimen tra thriller e romanzo di formazione, realizzandosi in una storia mista di dolore, inconsapevolezza e meraviglia davvero straordinaria. Lo stile netto, preciso come un bisturi della Susani la fa scomparire dietro la voce narrante di Manuel, narratore e protagonista che, nel ripercorrere quella tragica esperienza, parla come uno che era bambino abbastanza. Il lettore si trova così immerso in scene da film neorealista, di una crudità talmente verosimile da sembrare reale. La storia ha un doppio livello interpretativo, familiare senza essere invasiva. Il Raptor e il suo modus operandi reificano e personificano quell’umano e adolescenziale bisogno di fuga che ciascuno di noi, almeno in una fase, ha vissuto come esigenza liberatoria, con conseguenze più o meno nefaste. L’uomo-rapitore, tuttavia, non corrisponde allo stereotipo del pervertito, del crudele o del sadico: non ha contorni né fisionomia; è fragile come le paure di chi ha ancora non ha l’età giusta per capirsi e finirà schiacciato dalla forza istintiva degli stessi ragazzini a cui ha cercato di togliere linfa vitale per riempire se stesso. Non c’è lieto fine; nessun principe sconfigge un drago, nessuna principessa si congiunge all’amore della vita: striderebbe con tutto. Carola Susani lascia al lettore un dono molto più prezioso, che è la speranza. La speranza che, anche nei traumi più devastanti e nel dolore così improvviso, la vita possa andare avanti, arricchendosi di esperienza. I bambini esorcizzano la paura raccontando storie, facendo la lotta, schizzandosi nei ruscelli: sono ancora bambini abbastanza per non permettere al dolore di impedire la loro reazione. Mai come quando si sente braccato, l’uomo tira fuori le più efficaci armi di difesa, Eravamo bambini abbastanza ci insegni.
Giovanna Maria Guastini

Eravamo bambini abbastanza – Carola Susani